Il partito di Matteotti e Saragat abbruna i propri vessilli dinanzi al sacrificio dell’eroe della resistenza a Putin.

I Socialdemocratici italiani di SD abbrunano le loro bandiere per la tragica scomparsa di Aleksej Naval’nyj, morto in un gulag a Nord del Circolo Polare Artico, da prigioniero di coscienza, a causa della sua opposizione al regime liberticida di Vladimir Putin. Nel 2021 aveva ricevuto dal Parlamento europeo il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, riconoscimento intitolato al grande dissidente socialista democratico russo Andrej Sacharov. Secondo gli eredi di Saragat, «non si può non rilevare come la tirannia imperialista che oggi opprime la Russia abbia persino superato in brutalità l’Unione Sovietica degli ultimi tempi, che pure perseguitò duramente Sacharov, ma senza determinarne la morte. La durezza della detenzione, pari a quella degli anni di Stalin, ha piegato il corpo ma non lo spirito di Naval’nyj, che nel tempo ha vissuto un percorso di graduale e completa adesione ai valori democratici e liberali, maturando una visione che lo ha portato a condannare senza se e senza ma l’aggressione russa all’Ucraina, frutto di una pericolosa miscela di nazionalismo, autocrazia ed imperialismo». Secondo Umberto Costi, segretario nazionale del Sole nascente, «il modo migliore per onorare il sacrificio di Naval’nyj, che peraltro era in parte di origine ucraina, è quello di continuare a sostenere l’Ucraina invasa dalla dittatura russa. I paesi democratici devono però avere più convinzione e fare in modo che Kyiv abbia il necessario perché Putin perda la guerra. Lo dobbiamo al sacrificio di Naval’nyj, il cui valore noi socialisti democratici comprendiamo fino in fondo, da discepoli del martire Giacomo Matteotti».

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