Si è spento a 101 anni il leader storico del Partito Socialdemocratico giapponese, alla guida del governo dal 1994 al 1996.
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L’ex primo ministro socialdemocratico giapponese Tomiichi Murayama, che guidò il governo del Sol Levante tra il 1994 ed il 1996, si è spento oggi nella città di Ōita, dove era nato 101 anni fa, il 3 marzo 1924. A renderlo noto è il compagno Antonio Matasso della segreteria nazionale di SD, che lo scorso anno aveva inviato un messaggio augurale in occasione del centesimo compleanno dello statista originario dell’isola di Kyūshū.
Murayama sarà ricordato per essere stato il primo capo del governo di Tokyo a condannare con forza le atrocità commesse dall’esercito imperiale giapponese durante la Seconda guerra mondiale, scusandosi con i paesi che subirono gli effetti drammatici dell nazionalismo e dell’imperialismo nipponici. Oltre a porgere le scuse a nome del Paese alle vittime della particolare forma di fascismo sviluppatasi sotto l’imperatore Hirohito (Shōwa), Murayama fu un politico sensibile alle tematiche ambientali ed uno strenuo difensore dei più deboli: eletto segretario del Partito Socialista Giapponese il 25 settembre 1993, il 19 gennaio 1996 fu il fautore della sua trasformazione in Partito Socialdemocratico, che guidò fino al 28 settembre dello stesso anno. I Socialdemocratici italiano hanno espresso le loro condoglianze ai compagni giapponesi, ricordando Murayama come un riformatore capace di superare una serie di contraddizioni che pure avevano reso accidentato il percorso del socialismo democratico giapponese. La compagna Mizuho Fukushima, segretaria dei socialdemocratici del Sol Levante, lo ha ricordato come «il padre della politica giapponese».
